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Pedagogia dei Genitori

Con i miei occhi presento mia figlia

Mila ha nove anni, è una bimba contenta, sorridente.

Quando la sveglio al mattino lei prima sorride e solo in un secondo tempo apre gli occhi. Non parla ma i suoi occhi e le sue espressioni comunicano quello che c’è da comunicare. Le piace far divertire gli altri, fa delle facce buffe solo per strappare qualche esclamazione sorpresa o qualche sorriso agli altri, è una vera attrice. La sua allegria è spesso contagiosa ed è molto empatica, entra subito in sintonia con chi ha il cuore aperto.

Certo anche lei fa i capricci, fanno parte di quei progressi tanto cari ai medici ma di cui noi mamme faremmo a volentieri a meno… il difficile è farlo credere agli altri, nessuno riesce ad immaginarsi Mila piangere, contorcersi in posizioni assurde per terra strillando come un’ossessa. E così a me non resta che filmarla per averne le proeve e dimostrare a tutti che anche lei, a volte, sa essere assolutamente insopportabile.

Mila ha una malattia genetica, non cammina (ma sta facendo ora i suoi primi passi), non parla, anche se si fa capire quando vuole, e non mangia per cui ha una sonda PEG, ma anche qui bisogna dire che di progressi ne ha fatti tanti e mangiare la pizza fa parte di questi ultimi. Sì perché se a due anni ci si domandava se sentisse o meno lo stimolo della fame adesso quando solo sente dire la parola cioccolato o sente il rumore di un sacchetto che si apre la sua curiosità e bramosia per qualunque cosa ci sia dentro, chiaramente meglio se è un pezzo di pane o un biscotto, toglie a noi ogni dubbio sull’argomento. Anzi adesso siamo convinti che Mila abbia praticamente sempre fame. Allora perché la PEG? Vi domanderete. Perché è lenta e non mangia abbastanza, non sempre almeno. Però devo ammettere che la PEG è comodo, e lo credo fermamente tutte le volte che le sondo la sua medicina o qualunque altra cosa molto salutare ma con un gusto pessimo. Sia chiaro che per me in quanto madre è stata una dichiarazione di fallimento non da poco, certo non a livello relazionale, almeno per quello che mi riguarda. Io sono ancora adesso convinta che Mila mangerà, camminerà e parlerà prima o poi e lei mi sta dimostrando che è solo questione di pazienza ma ci arriverà, piano piano, due anni per il primo abbraccio, cinque anni per il primo budino al cioccolato (45 minuti…), nove anni per i primi passi, chissà quanto dovrò aspettare per sentirmi chiamare mamma, ma io sono qui e guai a lei se non sarà la sua prima parola!

Anna Sarnelli


Atgabbes promuove dal 2005, in collaborazione con altri enti, tra cui il Centro Nazionale Documentazione e Ricerca Pedagogia dei Genitori di Collegno (Torino), un progetto che segue la metodologia Pedagogia dei Genitori.


Si tratta di una metodologia che si estende a tutti i contesti e a tutte le esperienze genitoriali e che atgabbes ha declinato in un progetto specifico relativo al settore della disabilità, in un’ottica non di differenziazione – rischio nel quale spesso si incorre quando si opera in un contesto “speciale” – ma di continuità. Infatti, atgabbes è principalmente un’associazione di genitori, mamme e papà come tanti altri che quotidianamente e concretamente accompagnano i propri figli, compiendo scelte e percorrendo percorsi educativi ben precisi, basati su valori pedagogici universali. Il sapere dei genitori è fatto di concretezza, di piccoli gesti.
La Pedagogia dei Genitori sottolinea proprio questo tipo di sapere, il sapere dell’esperienza, che è un sapere situato, quotidiano e concreto e che ha pari valore e dignità del sapere teorico, del sapere della scienza che è astratto e generale.
La moderna epistemologia, facendo riferimento all’approccio storico culturale introdotto da Vygotskji, sottolinea e riconosce questa complementarietà ben illustrata dal filosofo e sociologo Feyerabend, con la sua nota metafora dell’agronomo e del contadino: chi conosce meglio il campo da coltivare? Il contadino che con sudore e fatica lo lavora da generazioni oppure l’agronomo che ha studiato la composizione del terreno, ne conosce la struttura dal punto di vista teorico? Entrambi! Ma solo l’unione delle rispettive competenze permetterà di coltivarlo al meglio, di far crescere i frutti. Chi conosce meglio i propri figli? I genitori, senza ombra di dubbio: ne conoscono l’unicità, conoscono il segreto della loro crescita, costruiscono la loro identità, li inseriscono in un percorso di vita, pensandoli ed immaginandoli adulti.
La Metodologia Pedagogia dei Genitori evidenzia la dignità dell’azione pedagogica dei genitori, come esperti educativi, riconoscendone il sapere specifico e promuove l’alleanza, il patto educativo con i professionisti della scuola e della sanità: “La famiglia è componente essenziale ed insostituibile dell’educazione. Spesso le viene attribuito un ruolo debole e passivo che induce alla delega. La famiglia possiede risorse e competenze che devono essere riconosciute dalle altre agenzie educative.”
Citazione da Zucchi, Tarracchini, Querzé, Moletto, “Quando tutti imparano da tutti. Metodologia Pedagogia dei Genitori”, 2013, Aras Edizioni, Fano 


Date incontri gruppi Pedagogia dei Genitori


Le date degli incontri di Gruppo di Narrazioni sono segnalate di volta in volta nella rubrica agenda

 

Per informazioni e/o iscrizioni chiamate il segretariato atgabbes allo 091 972 88 78
o scrivete una e-mail a info@atgabbes.ch.


Pubblicazioni - Pedagogia dei Genitori

In questa sezione è possibile consultare le pubblicazioni di atgabbes relative alla Pedagogia dei Genitori in formato PDF. Le stesse possono essere consultate in versione cartacea presso il nostro segretariato previo appuntamento.

La genitorialità raccontata: una storia di crescita, alleanze e incontri significativi

Attraverso il riconoscimento delle esperienze educative dei genitori, si è passati in questi anni da un contesto associativo a quello di partecipazione sociale attiva in cui il genitore assume un ruolo paritario a quello dei professionisti. Il termine stesso "Pedagogia dei Genitori" rappresenta il riconoscimento della "valenza scientifica delle competenze educative genitoriali" e rivendica l'essenza dell'azione genitoriale determinata dalla cura responsabile, dalle capacità che l'essere umano può sviluppare grazie alle componenti relazionali dirette. Capacità che spesso contrastano con le "diagnosi scientifiche" solitamente di carattere deficitario, in quanto queste non tengono conto delle risorse che quel tipo di diagnosi non elenca, prima fra tutte la risorsa "uomo". La pedagogia, "scienza umana che studia l'educazione e la formazione dell'uomo nella sua interezza ovvero nel suo intero ciclo di vita" ha il compito di fare in modo che ogni persona possa esprimere le sue potenzialità.

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Favorire il patto educativo tra professionisti e genitori attraverso la narrazione

Nell’ambito delle attività proposte per il quarantesimo della nostra Associazione, si è svolta, sull’Isola dei  Conigli di Brissago, una conferenza dedicata alla Pedagogia dei Genitori. Da quasi due anni la nostra Associazione sta promuovendo questa metodologia (vedi Bollettino atgabbes Primavera 2006 e Scuola  Ticinese 277) e, nel novero delle attività dedicate al 40esimo anno di esistenza, abbiamo deciso di presentare questo lavoro ai professionisti ed ai genitori interessati, abbinando la conferenza ad un pomeriggio ricreativo sull’isola piccola di Brissago.

Con grande piacere, siamo riusciti ad inserire questo pomeriggio di studio nelle attività promosse per presentare il progetto attuato dall’Istituto delle Scuole speciali del Sopraceneri sull’Isola dei Conigli. (...)

Con questa pubblicazione, desideriamo raccogliere i vari interventi, aggiungendo anche narrazioni più recenti, affinché rimanga una testimonianza, utilizzabile anche come strumento di lavoro e di presentazione di quanto presentato durante il pomeriggio di studio e di quanto prodotto in quasi tre anni di incontri.
Estratto dell’editoriale di Mattia Mengoni

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Il racconto di vita come formazione: La Pedagogia dei Genitori

Genitori e professionisti: tra di loro risiede il patto educativo e a loro diamo la parola, per raccontare e trasmettere quanto vivono durante le formazioni, in qualità di formatori e in qualità di studenti.

La base teorica ci permette di capire il concetto della metodologia fin qui presentata, ma il racconto di chi vive questa metodologia, ci permette di estrarne la sua concretezza e di osservare insieme, la sua validità e le eventuali possibilità di miglioramento. Raccontare un metodo che usa il racconto come strumento, può sembrare ridondante, eppure, per gli attori stessi, ma anche per i semplici lettori di queste righe, questa forma è un’occasione di riflessione, punto di partenza per una valutazione del progetto e per il suo rilancio.
Estratto della pubblicazione “La parola agli attori della Pedagogia dei Genitori

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atgabbes e la Pedagogia dei Genitori declinata al quotidiano

Negli ultimi due anni abbiamo riproposto e sottolineato pubblicamente in più occasioni e ambiti l’importanza dell’alleanza e del patto educativo tra genitori e professionisti della scuola e della sanità, questo concetto di partenariato genitori - professionisti - istituzioni che sta alla base della Pedagogia dei Genitori è la solida base sulla quale atgabbes è nata e si è sviluppata in questi 50 anni.

Il riconoscimento e la valorizzazione delle competenze genitoriali accanto a quelle tecniche hanno permesso e permettono tutt’ora ad atgabbes di essere un interlocutore stimato e ascoltato a livello politico ed istituzionale.
Estratto da “atgabbes e la Pedagogia dei Genitori declinata al quotidiano” di Donatella Oggier-Fusi, 2016

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Narrazioni

Attraverso le narrazioni – strumento che sta al centro della metodologia Pedagogia dei Genitori – i genitori raccontano, ripercorrono e condividono i loro percorsi individuali, le loro scelte educative.
Narrando della quotidianità del proprio figlio esprimono e danno voce al sapere dell’esperienza, un sapere concreto e situato che poggia su valori pedagogici universali, condivisi fra tutti i genitori, di oggi e di ieri. Il valore della Speranza, della Fiducia, della Responsabilità, dell’Identità e della Crescita: le voci narranti dei singoli genitori si uniscono in coro ed esprimono il valore e la dignità della genitorialità, l’orgoglio di essere genitori, del crescere insieme al figlio che cresce.

I percorsi individuali raccontati e offerti ad altri genitori, ai professionisti e alla comunità in generale, diventano un capitale sociale di altissimo valore che permette a tutta la società di crescere insieme ai figli che crescono, ritrasmettendo la dimensione collettiva all’educazione. Questa duplice prospettiva, quella individuale e quella collettiva, è un elemento che accomuna la Metodologia Pedagogia dei Genitori e atgabbes. La nostra Associazione, infatti, è composta da singole persone, famiglie, amici e professionisti i cui percorsi si sono intersecati e hanno dato vita a progetti congiunti, ad un percorso associativo sempre in mutamento che esiste da quasi mezzo secolo.

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